Avviso: quanto riprodotto di seguito rappresenta
esclusivamente la personale opinione dell’autore. Si consiglia di verificare le
informazioni scritte utilizzando fondi attendibili.
Come mi capita di scrivere nei forum spesso sono proprio gli
"amatori" a volere un monitor di buona qualità, il professionista,
per vari motivi, spesso non è interessato ad avere un monitor migliore di quello
del Mac Book con schermo lucido di turno (scritto da utente del MacBook Air, di
cui sono più che contento).
Personalmente sono molti più gli appassionati che conosco
con monitor “di alta qualità” rispetto ai professionisti. Un professionista
deve rendere contento il cliente ed evidentemente i clienti sono interessati ad
altro.
Non credo dunque che
sia una questione di “professionismo”. Quello che riscontro invece è una sorta
di generale carenza della “cultura del colore”. C’è tanto
interesse per la “nitidezza” di una lente (che personalmente mi interessa, ma
non è certo l’unica cosa che valuto) e poco interesse per altri parametri che
possono fare una differenza significativa nel modo in cui “godiamo” delle
nostre immagini.
Fa strano leggere spesso commenti di persone che hanno più
di diecimila euro tra fotocamera e lenti e usando il monitor del loro Mac Book
o quello del portatile di turno considerandolo “adeguato per i loro usi amatoriali”.
Personalmente credo che chiunque passi del tempo a vedere le
sue foto a monitor meriti (e si debba
prendere) un buon monitor con cui godere di quello che la foto offre. Provate a
fare un confronto tra “sfumature, colori, profondità del nero, corrispondenza
con il file originale” tra un monitor “buono” ed quello lucido di portatili e
fissi. Non è detto che tutti si rendano conto della differenza, per carità.
Però io non rinuncerei mai a fare le
cose in modo “equilibrato”, dividendo il mio budget in modo appropriato tra
lenti, fotocamere, computer, software e così via. Quanti realmente stampano? Per
molti, da quello che so, la destinazione finale della foto è proprio il
monitor. Mi chiedo dunque: perché non
prendere un buon monitor (e un buon “calibratore”)?
Avete mai provato a confrontare i risultati che si ottengono
visualizzando lo schermo su un buon monitor o su un monitor mediocre?
Ho fatto più di qualche prova, anche con gli strumenti che
vedete qui sopra ed altri (tutti atti a “misurare i colori”) e ho avuto anche
alcuni dati strumentali che confermano quello che già i miei occhi mi avevano
detto. Il monitor di un portatile non è proprio lo strumento ideale per
visualizzare al meglio i nostri file.
Personalmente sono molti più gli appassionati che conosco
con monitor “di alta qualità” rispetto ai professionisti. Un professionista
deve rendere contento il cliente ed evidentemente i clienti sono interessati ad
altro.
C’è n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. Si parte dai
200 euro circa per un monitor dotato di pannello IPS e un sistema di retroilluminazione
decente, passando per la fascia dei circa 500 euro dove si iniziano a vedere i
primi monitor wide-gamut (quindi in grado di riprodurre “un numero maggiore di
colori) fino ad arrivare ai monitor da 1000 euro circa, che hanno particolari
possibilità di regolazione e un “uniformità” maggiore in termini di “retroilluminazione”
e “cromaticità”. Si arriva poi ai prodotti ancora più costosi, che
rappresentano il vertice della tecnologia attuale, anche se generalmente sono
ancora lontani dalla perfezione.
Una nota finale: come accennato oltre al monitor è necessario dotarsi di un “calibratore” ovvero di uno strumento, spettrofotometro o, più generalmente, colorimetro. Questo strumento dovrà essere collegato al computer e appoggiato sul monitor. Tramite un apposito software il nostro colorimetro leggerà una serie di “campioni colore” che verranno riprodotti dal monitor e si assicurerà che tutto “fili liscio”. Attenzione: l’occhio umano da solo non è uno strumento “affidabile” perché tende ad “adattarsi” in fretta. Il colorimetro (o lo spettrofotometro) serve su tutti i monitor, da 200 a 5000 euro.
Una nota finale: come accennato oltre al monitor è necessario dotarsi di un “calibratore” ovvero di uno strumento, spettrofotometro o, più generalmente, colorimetro. Questo strumento dovrà essere collegato al computer e appoggiato sul monitor. Tramite un apposito software il nostro colorimetro leggerà una serie di “campioni colore” che verranno riprodotti dal monitor e si assicurerà che tutto “fili liscio”. Attenzione: l’occhio umano da solo non è uno strumento “affidabile” perché tende ad “adattarsi” in fretta. Il colorimetro (o lo spettrofotometro) serve su tutti i monitor, da 200 a 5000 euro.
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